Da un’epigrafe risalente a epoca tardo antica, ritrovata sotto la cappella di Sant’Eusebio, fino a monete che hanno attraversato i secoli di Vercelli passando per i manufatti rinascimentali relativi all’ospedale: sono alcuni dei reperti che fanno parte delle 927 casse che, il 3 dicembre, sono state trasferite al deposito del Museo Archeologico Civico. «Sono una nuova finestra sul passato, una testimonianza tangibile delle civiltà che ci hanno preceduto, significativi in particolare per la storia locale – afferma il Sindaco, Roberto Scheda - non sono solo oggetti antichi, ma sono la nostra identità e corredano il patrimonio già custodito al Mac completandolo ed arricchendolo».
I reperti sono provenienti da indagini e ritrovamenti effettuati in città dagli anni Settanta al 2007. Le scoperte sono avvenute in varie zone: dal Dugentesco fino a piazza Cavour, dall’area del Duomo e della basilica di Sant’Andrea. «Investire nella cultura, studiando il passato significa investire nel futuro. E’ necessario - aggiunge il primo cittadino - proteggere e valorizzare i beni culturali soprattutto per le future generazioni».
I materiali fanno parte del patrimonio dei Musei Reali di Torino ma vengono dati in deposito al Comune di Vercelli. Fra questi è meritevole di citazione anche un manufatto in osso risalente all’epoca tardo romana che gli esperti definiscono una vera e propria opera d’arte. Il trasferimento pone le basi per agevolare lo studio e l'eventuale esposizione di nuove testimonianze archeologiche relative all'intero arco di vita di Vercelli: dalla Protostoria all’Età Moderna.
Proseguono i lavori d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, per lo studio e l’approfondimento sui manufatti emersi dalle indagini, a partire dal 2008. Hanno coinvolto materiale lapideo e manufatti legati alla produzione di tessuti di epoca romana, inoltre altri studi sono già stati conclusi ed hanno condotto alla pubblicazione di interessanti risultati.