Tornano le conferenze del MAC - Museo Archeologico della Città di Vercelli, ospite del Museo di Corso Libertà sarà l’archeologa e docente universitaria Maria Elena Gorrini che parlerà di “Vivere e morire nel Vercellese romano”.
La studiosa è Direttore scientifico del progetto di ricognizione archeologica di superficie che, in collaborazione con la Soprintendenza e con il Comune di Livorno Ferraris, sta cercando di ricostruire il paesaggio antico del Vercellese meridionale, e per l’occasione innesterà su di un quadro in via di definizione le molteplici informazioni, provenienti dai corredi funerari di epoca romana ritrovati sul territorio, relative ad usi e costumi delle genti che vissero nel basso vercellese duemila anni fa.
Il MAC - Museo Archeologico della Città di Vercelli “Luigi Bruzza”, allestito nella manica medievale del complesso di Santa Chiara, con ingresso in corso Libertà 300 e in via Farini 5, è uno spazio multimediale in cui la città antica viene descritta attraverso un percorso cronologico - tematico, organizzato in sette sale che seguono un filo che va dalla trasformazione del villaggio dei Libui alla città romana. Dal II secolo a.C. al IV secolo d.C. si approfondiscono i molteplici aspetti del municipium di Vercellae: le mura, gli spazi pubblici come le terme e l’anfiteatro, le dimore private e le necropoli. Sono gli oltre 600 reperti esposti a raccontare la storia della città antica: ceramiche, vetri, monete in oro, argento e bronzo, cornici e decori in marmo tra cui alcuni di eccezionale rarità e valore, come il soffitto e gli intonaci della domus del Brut Fund, restituitoci dopo lunghi e complessi restauri, i vetri dei corredi funerari, tra cui un rarissimo bicchiere verde a triplice testa femminile, la tomba di una donna i cui gioielli sembrano indicare il ruolo di maga all’interno della comunità. Il suggestivo corridoio introduce, con reperti significativi, la tematica di ogni sala. La scelta dell’apparato didattico multimediale permette l’immediata percezione di reperti non esposti, come la famosa Stele Bilingue conservata al Museo Leone, realtà museale con cui il MAC vive in simbiosi.