È stato presentato ieri in una conferenza stampa a Palazzo di Città il progetto "Seminare inclusione".
Il Progetto “Seminare Inclusione” è stato finanziato dalla Regione Piemonte a valere sul Bando VII che è dedicato alle proposte di rilevanza locale presentate dagli ETS ed è sostenuto da un partenariato pubblico – privato che vede impegnata l’Associazione Sant’Eusebio di Vercelli nel ruolo di capofila e altri ventitre attori territoriali tra i quali il Comune di Vercelli, principale partner istituzionale, il Consorzio Co.Ver.Fop, la Cooperativa Sociale Raggio Verde, l’Agenzia Piemonte Lavoro, l’Ufficio Provinciale Scolastico, l’Ufficio della Consigliera di Parità e il Nodo Antidiscriminazioni della Provincia di Vercelli, UEPE Vercelli-Biella, Mundi Riso, Impresa Verde di Coldiretti, il CTV Biella/Vercelli, l’Associazione Argilla e undici Comuni della provincia. Si tratta di una rete che già lavora, in assetti e con connotazioni diverse, sul tema dell’inclusione lavorativa e sociale delle persone con disabilità e svantaggio. L’obiettivo principale del Progetto, infatti, è quello di promuovere l’inclusione delle persone, con particolare attenzione verso coloro che sono in condizioni di fragilità, attraverso l’agricoltura sociale sostenibile. L’idea nasce dalla volontà di rafforzare il sistema territoriale che opera nell'ambito dell'agricoltura sociale, promuovendo la collaborazione tra attori con competenze diverse.
Gli interventi interessano i territori del Comune di Vercelli e della bassa Valsesia: un'area molto eterogenea per realtà, specificità e problematiche in atto. Uno dei determinanti principali della condizione di disagio socio economico che sta toccando trasversalmente i territori è rappresentato dalla mancanza di opportunità di lavoro alternative e capaci di rispondere ai bisogni delle fasce di popolazione più vulnerabile. Basti pensare che le aziende che ottemperano agli obblighi della L.68/99 sono circa il 5% e gli avvii al lavoro delle persone disabili sono diminuite del 36,3% rispetto al 2019 con un aumento delle risoluzioni del contratto per dimissioni (+4,2%) che ne sono causa prevalente. Ancora più critico è il percorso delle persone in carcere: attualmente sono in carico a UEPE circa 906 persone, mentre in carcere sono detenute circa 290 persone. In entrambi i casi la stragrande maggioranza è rappresentata da uomini. Durante l'esecuzione penale alcuni detenuti lavorano mediante tirocinio, ma terminando la detenzione, l'opportunità di lavoro si riduce drasticamente. Lo stesso vale per le persone in condizioni di grave marginalità che talvolta non dispongono di strumenti di base funzionali alla loro occupabilità. I dati evidenziano che solo un 20% di questi soggetti trova lavoro.
Questo sembra confermare la difficoltà delle persone in condizioni di svantaggio di inserirsi stabilmente in un contesto lavorativo tradizionale che spesso non è in grado di rispondere efficacemente al processo di inclusione. Per contro, l'inserimento e la successiva stabilizzazione di queste persone nel settore agricolo sono in incremento (+ 11% dal 2019). La rilevante esperienza maturata sui territori sia dall’Associazione Sant'Eusebio (orti e pollaio sociale) sia dagli enti collaboratori (Cascina Bargè del Comune di Vercelli, Progetto STEPS di Raggio Verde e Coverfop) dimostra come l'agricoltura sociale sia uno strumento molto efficace e funzionale all'inserimento lavorativo e costituisca motivo di realizzazione grazie al contatto con l'ambiente naturale e alla cura di piante ed animali.
Il progetto si avvale di terreni già in uso agli enti collaboratori sul territorio di riferimento e si concentra in modo particolare sul contesto di Cascina Bargè, che rappresenta un polo centrale del processo di sviluppo. Ogni ambito coinvolto ha già in atto esperienze e interventi agricoli, per questo le pratiche adottate avranno carattere innovativo e sperimentale, in quanto saranno orientate a produzioni diversificate rispetto alle zone (orticoltura, apicoltura, etc..) e in particolare svilupperanno la ricerca di specie colturali autoctone e antiche, in ottica agroecologica. Oltre alla sperimentazione agricola, le altre principali azioni che il progetto intende realizzare prevedono sessioni formative tecnico-specialistiche incentrate proprio sui metodi colturali innovativi alternate a momenti di job coaching che, prendendo spunto dai modelli più efficaci di accompagnamento all’inserimento lavorativo, supportano il partecipante in modo personalizzato durante tutto il processo di empowerment. E’ inoltre previsto un importante intervento di consulenza e supporto per lo sviluppo di azioni di marketing sociale e vendita coordinate, che potranno gradualmente portare ad una sostenibilità economica del progetto. La proposta assume anche il compito di stimolare cambiamento all’interno del tessuto sociale territoriale per aumentare la capacità di includere di tutta la comunità: per questo sono previsti laboratori didattici co-condotti dai beneficiari e rivolti alle scuole e momenti di animazione diffusa sul territorio.
Il contributo riconosciuto dalla Regione Piemonte è di 50.000 euro ma il Progetto complessivo è molto più ampio e si propone di ottimizzare ed integrare le risorse territoriali che via via sono state attivate nell’ambito dell’inclusione anche grazie ai finanziamenti ottenuti da bandi pubblici e privati.