Risaie e zanzare sono da sempre legate, essendo queste ultime vincolate alla presenza dell’acqua per lo sviluppo delle larve.
In un’area così fortemente vocata alla coltivazione del riso come quella vercellese, le zanzare sono insetti ben conosciuti dagli abitanti, abituati a convivere con questa presenza familiare, seppur molesta.
Sono numerose le specie di zanzare che utilizzano le risaie per lo sviluppo delle proprie larve, a partire dall’ultimo ventennio del secolo scorso però, la popolazione delle zanzare risicole ha visto un’importante cambiamento con la diffusione (in modo naturale) della specie Ochlerotatus caspius (nota anche come Aedes caspius), da noi comunemente definita proprio come “zanzara delle risaie”.
Le modifiche delle pratiche agricole in risicoltura, passate da una coltivazione con sommersione stabile a un’alternanza tra fasi di coltivazione asciutta e sommersa, hanno involontariamente favorito la diffusione di questa specie, le cui uova vengono deposte non direttamente sull’acqua ma sul terreno, in attesa della sommersione, per poi schiudersi in un ambiente ancor privo di predatori.
Si tratta di una zanzara particolarmente aggressiva, attiva soprattutto nelle ore a cavallo del tramonto e dell’alba, senza però disdegnare totalmente le ore diurne, in particolare nelle aree ombreggiate.
E’ soprattutto a lei che dobbiamo gli attacchi massicci del crepuscolo, vera e propria funestatrice di aperitivi, cene all’aperto e sagre.
Dai primi anni duemila, la Regione Piemonte ha attivato un programma di contenimento della specie, attraverso interventi larvicidi in risaia, eseguiti con mezzo aereo, utilizzando un prodotto a bassissimo impatto ambientale, il Bacillus thuringiensis var. israelensis, mortale per le larve di zanzara ma innocuo per i vertebrati e per la quasi totalità degli invertebrati, altri insetti compresi.
L’attività è stata in seguito integrata dai trattamenti effettuati direttamente dagli agricoltori durante la semina.
L’insieme di questi interventi ha contribuito a una sensibile riduzione della specie, apprezzabile, seppur non al disotto della soglia di fastidio.
Purtroppo il programma è stato sospeso nel 2015 per problemi legati alla sostenibilità economica oltre all’inasprimento della normativa europea sui trattamenti con mezzo aereo.
Ora, soprattutto grazie al rapido sviluppo tecnologico degli ultimi anni, sono allo studio nuove opportunità che potrebbero forse consentire di ripristinare le attività di controllo in risaia, al momento unica opzione efficace per il contenimento di questa specie.
Il trattamento abbattente le zanzare adulte, sola alternativa al momento disponibile, si è infatti dimostrato poco utile, visto il continuo ricambio della popolazione proveniente dalle risaie che ne vanifica gli effetti, senza contare l’impatto ambientale e il rischio di provocare lo sviluppo di varianti resistenti agli insetticidi impiegati.